Come ripartirle fra i genitori

La riduzione dell’imposta riconosciuta per i figli (e familiari) a carico ha subito negli ultimi anni notevoli trasformazioni: da un sistema iniziale di detrazioni si è passati alle deduzioni per poi tornare, negli ultimi anni, di nuovo alle detrazioni.

Si ricorda che la detrazione è una riduzione applicata all’imposta lorda, mentre la deduzione agisce a monte riducendo l’imponibile e, quindi, consentendo il calcolo di un’imposta lorda minore.

A prescindere dallo strumento tecnico utilizzato, occorre rilevare che le modifiche effettuate sono state indirizzate verso un sistema di riduzione del beneficio all’incremento del reddito.

Il sistema precedente  riconosceva la detrazione a chiunque: un miliardario (in lire) beneficiava dell’agevolazione stessa misura di chi aveva redditi bassissimi.

Anzi, vi era il paradosso che quest’ultimi, se avevano un’imposta netta pari a zero, già prima dell’applicazione della detrazione per i figli a carico, non fruivano di alcuna detrazione.

Oggi quest’aspetto rimane, tuttavia, è stato eliminato il paradosso della detrazione attribuita anche a coloro che hanno redditi elevati (con un figlio non spetta nessuna detrazione con redditi superiori a 95.000 euro).

Come avviene la ripartizione della detrazione quando è consentita l’alternativa tra la detrazione in parti uguali ovvero per intero in capo ad uno solo dei genitori?

In passato la percentuale di detrazione era ripartibile liberamente tra i genitori, oggi la regola è la ripartizione al 50% (salvo casi particolari).

È, tuttavia, consentito attribuire la detrazione al 100% al coniuge avente il reddito più elevato, mentre non è possibile attribuirla per intero al coniuge avente il reddito più basso.

Di norma conviene, dunque, ripartire la detrazione al 50%, poiché il meccanismo previsto di riduzione del beneficio al crescere del reddito penalizza chi decide di imputare l’intera detrazione  al coniuge più facoltoso, potendo anche azzerarla, come già detto.

Esistono, però, dei casi in cui è preferibile attribuire l’intera detrazione al coniuge più ricco.

Infatti, in tutti i casi in cui il coniuge con il reddito più basso ha un’imposta netta pari a zero, prima dell’applicazione della detrazione per i figli a carico, è più conveniente attribuire tutta la detrazione all’altro coniuge.

Un caso pratico e relativamente diffuso è quello in cui la moglie abbia un lavoro a tempo parziale (part-time orizzontale), con un reddito tale che l’imposta è neutralizzata dalla detrazione per lavoro dipendente. In tal caso, indubbiamente è più conveniente imputare l’intera detrazione all’altro coniuge avente un lavoro a tempo pieno ed ovviamente un reddito più elevato.